1 giugno 2009

ATTIVITA' PER BAMBINI AL NIDO
All'interno del nido vengono attivati percorsi didattico - educativi che consistono in laboratori di manipolazione tattile, pittura, educazione musicale, motoria, esplorativa, ecc atti a favorire lo sviluppo psicomotorio e cognitivo del bambino.
Il gioco guidato
Sono giochi, generalmente in presenza dell'adulto e con una attenzione condivisa, che aiutano il bambino a comprendere l'esistenza di regole e relazioni con la sua realtà circostante.
Si utilizza materiale strutturato, giochi ad incastro, giochi a tema, legnetti, giochi di gruppo.

La manipolazione

Toccare, lavorare, trasformare qualcosa con le mani. La manipolazione di sostanze, materiali, oggetti o elementi naturali (terra, sabbia, etc.) aiuta il bambino a sviluppare la manualità, la conoscenza della realtà concreta e le sue possibili trasformazioni, attraverso l'esplorazione sensoriale e il riconoscimento delle differenze percettive e a consolidare la relazione tra processi e prodotti. Stimola la creatività come trasformazione del noto o dell'esistente in forme nuove e impreviste. Avviene, per esempio, incollando oggetti di materiale vario su sagome o altro, stendere la colla, lavorare la pasta con materiale alimentare, utilizzare formine, ritagliare, sagomare materiali duttili, piegare la carta, etc.

L'attività grafico-pittorica
Attività manuali e intellettuali che consentono ad un bambino di esprimere con il disegno o con la pittura ciò che ha interiorizzato per quanto riguarda se stesso (corporeità, sentimenti) sia per quanto si riferisce ai suoi processi cognitivi e alla realtà circostante.In che modo: Questa attività deve essere prevalentemente libera e spontanea senza nessun suggerimento da parte dell'adulto. A seconda dell'età del bambino possono essere date piccole consegne quali: copiare una figura semplice, un disegno a tema ma senza esprimere valutazioni negative sul lavoro svolto. Possono essere utilizzate varie tecniche, semplici sagome, etc.

L'attività esplorativa
Si definisce un'attività del bambino, della sua curiosità, diretta su cose, zone ed eventi non ancora conosciuti. Il bambino apprende a seguire uno scopo (ricerca) che si rappresenta. Possono essere utilizzate a tal fine attività locomotorie o di manipolazione, trovare oggetti nascosti, osservare, esplorare ambienti strutturati, etc.

L'attività motoria
E' il movimento del corpo e delle sue parti (camminare, correre, arrampicarsi, nuotare, et) formato sia da da schemi motori innati sia dall'addestramento e dall'esercizio. In particolare le attività che sviluppano la capacita motoria (motricità) tendono alla coordinazione dei movimenti, al loro controllo da parte del bambino, allo sviluppo dell'equilibrio, all'ampliamento degli schemi motori. Si intende prevalentemente come attività grosso-motoria. Riguarda percorsi motori, ginnastica semplice o con attrezzi ludici vari, gioco spontaneo, rocchetti, bottoni, etc.




L'attività musicale
La musica favorisce lo sviluppo del senso dell'armonia e dell'equilibrio; se accompagnata al movimento facilita lo sviluppo della coordinazione motoria. Può essere ascoltata, prodotta o utilizzata anche negli ambienti dove si svolgono le attività di routine (cambio, pasti, riposo). Canti, ascolto musica, uso di strumenti musicali, etc.

PROPOSTE DI GIOCO
Accanto alle molteplici occasioni di gioco offerte dal contesto e dai diversi angoli sono proposte nel corso della giornata occasioni di gioco più mirate, che avvengono solitamente a metà mattina (dopo lo spuntino) e a metà pomeriggio (dopo il riposo).
Gli interventi dell’educatore sono orientati a:
- introdurre con gradualità gli stimoli e le offerte, valutandone attentamente il livello di
complessità in relazione alle competenze e agli interessi dei bambini, affinché siano
sufficientemente nuove e interessanti, ma contemporaneamente non troppo complesse per
essere affrontabili;
- costruire percorsi all'insegna della continuità, rispettando il punto di vista del bambino e
permettendogli, secondo i suoi tempi e le sue preferenze, di individuare strategie personali per
collegare in modo significativo le esperienze note con le novità, modificando, adattando e
- evitare un atteggiamento didattico teso alla trasmissione di conoscenze a partire da moduli o
unità didattiche ma sostenere e stimolare i processi di sviluppo di ogni bambino puntando
sull’offerta stabile e regolare di un contesto educativo di alta qualità, ricco di sollecitazioni
pensate e proposte con naturalezza nel corso della giornata, partendo da interessi, curiosità e
motivazioni dei bambini;
- offrire materiale naturale e povero, non strutturato, oggetti di uso quotidiano di varia natura che, a differenza di quanto accade con i giocattoli strutturati e in plastica, permettano ai bambini di sperimentare una pluralità di sensazioni, percezioni e scoperte prestandosi a essere esplorati,
disfatti, assaggiati, combinati tra loro in mille possibili modi.




INTERAZIONE TRA PARI


Una delle risorse che rende il nido un contesto di crescita e di sviluppo per il bambino è il gruppo
dei coetanei. Le esperienze precoci di interazioni tra pari offrono al bambino l’opportunità
insostituibile di imparare insieme agli altri, facendo, provando, sperimentando con gli altri bambini in un clima di gioco e di divertimento che è estraneo alla relazione con l’adulto.
Le interazioni tra pari, il confronto, la collaborazione, ma anche le esperienze di conflitto sono per
il bambino occasioni imprescindibili per la costruzione dell’identità e per il suo sviluppo.
E' possibile scegliere tra due criteri educativi per la composizione dei gruppi dei bambini, che
possono essere formati per età omogenee o eterogenee.

La scelta di questi criteri presenta ricadute sia sull’organizzazione del servizio (personale, turni,
compresenze) che sulle metodologie delle proposte educative rivolte al gruppo dei bambini (ruolo dell’adulto, organizzazione degli spazi). complessificando gradualmente le proprie categorie di conoscenza e comprensione della realtà;


INSERIMENTO
Per inserimento si intende il processo relazionale che coinvolge bambino-genitore ed educatrice
nelle iniziali fasi di frequenza e conoscenza del nido.
E’ un periodo complesso e delicato nel quale bambino e genitore sperimentano (talvolta) le prime
esperienze di separazione in un contesto relazionale diverso da quello domestico che spesso è
stato il prevalente. Proprio per la densità relazionale che caratterizza queste prime esperienze di distacco è opportuno prevedere un adeguato tempo perché sia il bambino sia il genitore (ma per certi versi anche l’educatrice) possano ambientarsi e sentirsi sufficientemente sicuri nel nuovo contesto.
Solitamente l’inserimento si struttura su due settimane, graduando progressivamente i tempi di
permanenza del bambino senza il genitore e costruendo con altrettanta gradualità il rapporto con
l’educatrice e con il nuovo ambiente.
Quale che sia il modello educativo e la modalità organizzativa dell’inserimento, i criteri educativoorganizzativi riguardano:
- la stabilità, regolarità, prevedibilità dei contatti e delle modalità di interazione tra educatrice e
bambino, educatrice-bambino-genitore, educatrice-genitore;
- la coerenza e chiarezza delle modalità e dello stile relazionale dell’educatrice;
- il rispetto dei tempi del bambino e del genitore;
- l’accoglienza non valutativa delle modalità e degli stili relazionali della coppia bambino-genitore.


TEMPI E RITMI DELLA GIORNATA EDUCATIVA



Accoglienza e commiato
Sono le fasi che caratterizzano l’avvio e la chiusura della giornata, durante le quali i bambini
vivono le esperienze di separazione e di ricongiungimento con i loro genitori. La complessità ed
importanza di questi momenti, nei quali l’educatore agisce il proprio ruolo non solo rispetto al
gruppo dei bambini ma anche rispetto ai genitori, richiede la massima attenzione e il massimo
investimento professionale e organizzativo da parte del servizio, affinché non siano risolti come
semplici passaggi di entrata/uscita dal servizio, in una visione riduttiva e assistenziale, ma siano
condotti come esperienze di relazione e di comunicazione centrali per il lavoro educativo.
La cura nell’accoglienza e nella comunicazione con i genitori, l’attenzione individualizzata a ogni
bambino e genitore sono elementi che segnano la qualità di un nido.



Le routines
Per routines si intendono le interazioni educative che avvengono tra bambino e educatrice ma
anche nel gruppo dei pari in occasione dei momenti di cura e di soddisfacimento dei bisogni fisiologici (pranzo, riposo, cambio).
La qualità educativa e relazionale dei servizi per la prima infanzia si esprime anche attraverso la
qualità con cui vengono svolti questi momenti, segnando la differenza tra servizio assistenziale e
servizio educativo.
In questi momenti il ruolo dell’educatore è orientato a:
- garantire un rapporto individualizzato e personalizzato con il bambino e non mera assistenza
condotta in modo impersonale e direttivo;
- garantire rispetto e valorizzazione dei tempi, delle esigenze e delle competenze del bambino;
- offrire sostegno e stimolo all'autonomia e alle competenze socio-cognitive, affettive e relazionali dei bambini.





Le caratteristiche degli ambienti
Le scelte strutturali riguardanti lo spazio del nido non sono mai casuali ma si pongono coerentemente alle linee del progetto educativo per rispettare e soddisfare i bisogni peculiari dei bambini.
Gli spazi del nido devono essere rassicuranti e contenitivi per il bambino, sia dal punto di vista
fisico sia dal punto di vista psicologico. Il bambino può così vivere gli ambienti del nido come
propri, grazie alla loro riconoscibilità (caratteristiche costanti) e alla possibilità di personalizza
zione (possibilità di lasciare segni di Sé e del proprio agire). Gli spazi devono poter essere
inoltre modificabili a seconda delle necessità impreviste e delle nuove esigenze richieste dai
bambini e dai genitori.


L’ambiente deve garantire al bambino sicurezza fisica e stabilità psicologica, favorendo la sua
autonomia fisica e promuovendo la sua autonomia emotivo-cognitiva;
È auspicabile che alla funzionalità degli spazi si abbini la gradevolezza degli ambienti.
La struttura del nido deve consentire la possibilità di creare ambienti e spazi differenziati e specifici in relazione alle diverse età dei bambini.
QUALI MODELLI EDUCATIVI SI POSSONO SCEGLIERE?

Il nido come contesto educativo
L'asilo nido è essenzialmente un servizio educativo per i bambini.
Si caratterizza come un contesto di relazioni, di sviluppo e di apprendimento ed è finalizzato a:
- sostenere la progressiva differenziazione e il consolidamento dell'identità individuale;
- contenere e modulare le intense emozioni della prima età sostenendo le relazioni con i
genitori e proponendo nuove relazioni significative con adulti professionalmente preparati e con
altri bambini;
- far sperimentare al bambino un progressivo senso di sicurezza e di competenza;
- favorire le prime esperienze di autonomia;
- far sperimentare forme di apprendimento collaborativo con altri bambini e adulti diversi dai
genitori;
- stimolare una pluralità di linguaggi espressivi;
- sensibilizzare al rispetto delle prime regole sociali.
La qualità educativa offerta dal nido è strettamente legata alla dimensione organizzativa del servizio: le scelte e le soluzioni relative all’organizzazione dei turni del personale educativo ed ausiliario, le modalità di accesso e di regolamentazione della frequenza, la strutturazione dell’offerta rispetto alla domanda, le forme di partecipazione dei genitori alla vita e alla gestione del nido e ogni altro aspetto relativo all’organizzazione del servizio vanno perciò strutturati in modo coerente rispetto ai presupposti assunti nel modello pedagogico.

Il progetto pedagogico
Il progetto pedagogico, elaborato e condiviso dal gruppo di lavoro e dal coordinatore pedagogico,
esplicita i presupposti educativi di riferimento e definisce conseguentemente il complesso dei
criteri educativo-organizzativi. Esso può avere una pluralità di declinazioni, articolando diverse possibili traduzioni ma deve comunque sempre prevedere un'attenta considerazione e specifiche proposte relative alle dimensioni di seguito indicate:
- Le risorse professionali
- Gli spazi
• le caratteristiche della struttura
• le caratteristiche degli ambienti (criteri e articolazione)
- Tempi e ritmi della giornata educativa
• l’accoglienza e il commiato
• le routines
- Il gioco
- Interazioni tra pari
- Inserimento
- Rapporti con i genitori e sostegno alla genitorialità.

Le risorse professionali


L’avvio di un asilo nido richiede l’individuazione di risorse professionali che abbiano specifiche
competenze educative nell’ambito della prima infanzia e che posseggano inoltre specifiche competenze relative al nido in quanto servizio.

Il gruppo di lavoro si compone delle seguenti figure:

Personale educativo
Formazione di base: diploma di scuola o istituto magistrale, assistente all’infanzia, puericultrice,
liceo socio-psico-pedagogico, laurea triennale con orientamento psicopedagogico.
Competenze:
- gestione del complesso delle relazioni con il bambino, con il gruppo dei bambini, con i genitori,
con il personale del nido;
- accoglienza, comprensione e valorizzazione delle esigenze socio-cognitive, affettive,
relazionali legate al percorso di crescita di ogni singolo bambino e del gruppo;
- programmazione, conduzione, osservazione, documentazione e valutazione di specifici
interventi educativi e proposte di gioco rivolte al bambino e al gruppo;
- conduzione della comunicazione e del confronto con i genitori relativamente all’esperienza
genitoriale.

Personale ausiliario
Ruolo: responsabile della cura, pulizia e riordino degli spazi, degli arredi e del materiale che nel
corso della giornata sono utilizzati al nido.

Personale di cucina
Ruolo: responsabile dell’approvvigionamento delle derrate, del confezionamento dei pasti, del
riordino e pulizia della cucina.

Coordinatore pedagogico
Formazione di base: laurea in pedagogia, psicologia, scienze della formazione primaria, scienze
dell’educazione.
Ruolo:
- predisposizione, anche attraverso il confronto con il gruppo di lavoro, del progetto pedagogico
avendo cura di esplicitarne i valori, i modelli educativi di riferimento e gli obiettivi del servizio
promuovendo lo scambio e la condivisione nel gruppo degli operatori;
- gestione e conduzione del gruppo di lavoro in tutte le sue fasi:
• progettazione
• individuazione delle strategie e delle modalità di intervento
• documentazione
• verifica e valutazione;
- definizione della struttura organizzativa del servizio, confrontandosi con l’interfaccia aziendale
- predisposizione di strumenti e materiali per il lavoro educativo nelle sue articolazioni sul campo
da parte del personale educativo (strumenti per l’osservazione della relazione educativa e del
comportamento del bambino, per la documentazione delle attività del servizio, per la conduzione
della comunicazione con i genitori);
- monitoraggio della qualità del servizio intesa come processo (rilevazione della qualità erogata
e della qualità percepita dai diversi soggetti coinvolti nel servizio, ponendo in relazione questi
aspetti con il progetto pedagogico del servizio);
- conduzione di incontri tematici con i genitori, di colloqui e riunioni ;
- gestione dei rapporti con:
• i servizi del territorio
• l’interfaccia aziendale
• soggetti istituzionali
• genitori utenti e potenziali utenti;
- rilevazione e lettura dei bisogni formativi del gruppo di lavoro.

Personale educativo specializzato (eventuale)
Formazione di base: la stessa già descritta per il personale educativo, con competenze specialistiche,
da utilizzare su interventi specifici, se previsti nel progetto pedagogico, o eventualmente
opzionali (es. lingua inglese, attività musicali, atelier, ecc.).
Nel caso in cui l’asilo nido accolga bambini portatori di handicap va prevista una figura educativa
aggiuntiva.

Altre figure professionali: pediatra/psicologo (eventuali)
Formazione di base:
- pediatra: laurea in medicina e chirurgia con la specializzazione in pediatria;
- psicologo: laurea in psicologia, con esperienza specifica nel settore.
Sono professionisti con i quali è possibile attivare rapporti di consulenza, che possono garantire
orari di ricevimento presso l’asilo nido o essere impegnati su progetti specifici.
PERCHÉ APRIRE UN ASILO NIDO AZIENDALE?


Realizzare un asilo nido può rappresentare per l’azienda l’espressione di apertura alle necessità
del contesto sociale in cui opera e, più direttamente, una forma di attenzione per le esigenze dei
propri collaboratori e dei loro bambini.
Si tratta anche di un’occasione per promuovere un miglioramento del clima aziendale e
dell’immagine dell’azienda.
Non si deve escludere, inoltre, la possibilità di creare efficaci rapporti di collaborazione con
le amministrazioni locali nello sviluppo di tali iniziative, usufruendo altresì di alcune agevolazioni
economiche.
L’apertura di un nido aziendale può quindi concorrere a realizzare importanti obiettivi quali:
- contribuire al miglioramento della qualità della vita delle lavoratrici e dei lavoratori, anche
attraverso la riduzione del tempo da dedicare alla ricerca e all’accompagnamento dei figli
agli asili nido;
- favorire un rientro delle lavoratrici dalla maternità in tempi più rapidi e con un atteggiamento
più sereno;
- fidelizzare le risorse umane “trattenendo” le lavoratrici che abbiano carichi familiari;
- favorire, attraverso il sostegno alla gestione familiare, le possibilità di sviluppo e carriera
delle donne lavoratrici e la valorizzazione dell’apporto professionale di ciascuna di esse
alla vita dell’impresa.

In conclusione, la creazione di un asilo nido aziendale deve rispondere innanzitutto ai bisogni dei
bambini, perno attorno al quale deve ruotare tutta l’iniziativa, e contemporaneamente concorrere alla soddisfazione dell’interesse delle imprese, delle lavoratrici e dei lavoratori.

SE IN UN’AZIENDA I BAMBINI INTERESSATI SONO POCHI PER AVVIARE L’INIZIATIVA, COSA SI PUÒ FARE?

Se, in seguito alle rilevazioni fatte, ci si accorge che nella propria azienda il numero dei bambini
interessati è eccessivamente ridotto per attivare un asilo nido aziendale, può essere valutata
l’opportunità di unirsi a una o più aziende per realizzare congiuntamente il servizio. Si configurerà, così, un’ipotesi di asilo interaziendale.
Le aziende che decidono di ricorrere a una soluzione interaziendale possono utilizzare una forma
di gestione diretta o indiretta e conseguentemente individuare le forme giuridiche più opportune.
La soluzione più flessibile sembra quella di utilizzare una gestione indiretta ricorrendo a un gestore esterno, cui le varie aziende interessate affidano comunemente il servizio.
Nel caso in cui ci si orienti a favore di una gestione diretta, vi è la possibilità di costituire una società per la gestione dell’asilo con la partecipazione di più imprese: questa può assumere le forme di un consorzio, di un’associazione temporanea di scopo, ecc.

QUALI SONO LE PRINCIPALI COMPONENTI DI COSTO?


Attraverso l’analisi delle attività svolte in un asilo nido si sono individuate le varie voci di costo.
Lo studio di tali voci è utile per effettuare proiezioni in ordine ai flussi finanziari necessari per aprire e gestire un asilo nido.
A titolo esemplificativo riportiamo una sintesi delle voci di costo per la realizzazione di un asilo nido aziendale, partendo da un caso concreto in cui un’impresa esternalizza il servizio e, non avendo disponibilità di idonei locali, affitta e ristruttura uno spazio esterno.

COSTI DI INVESTIMENTO
Investimento iniziale e relativa quota di ammortamento
- costi di ristrutturazione dei locali;
- costi di allestimento e acquisto di mobili, arredi, giochi, computer, ecc.
- quota di ammortamento: come noto il calcolo delle quote di ammortamento delle spese di
ristrutturazione possono essere in funzione di alcuni elementi: fiscali, civilistici ed economicogestionali.
Per semplicità si è ritenuto di ammortizzare il tutto in 5 anni, allineando l’ammortamento
di tali costi alle spese di impianto e ipotizzando che eventuali contratti di affitto per i
locali abbiano durata analoga.

COSTI DI GESTIONE
L’imputazione delle voci di costo sotto elencate può essere ricondotta all’azienda, piuttosto che al
gestore esterno, sulla base di accordi intercorrenti tra le parti e stabiliti nell’ambito di apposita convenzione.

COSTI CORRENTI
I costi correnti consistono in: consumi di energia elettrica, consumi di acqua, costi per il riscaldamento/climatizzazione.

ASSICURAZIONE
L’autorizzazione all’apertura di un asilo nido è soggetta, tra l’altro, all’accensione di una assicurazione contro danni a cose e persone, nonché per responsabilità civile e non. Tale costo dipende dal numero medio di bambini accolti.

AFFITTO
La voce di costo inerente l’affitto mensile può essere di capitale importanza per comprendere se
l’asilo potrà sopravvivere o meno e chiaramente dipende da due fattori: la metratura dei locali e il loro posizionamento topografico.

ACQUISTO MATERIALE DI CONSUMO
Tale voce di uscita riguarda i costi mensili per acquisti del materiale igienico/sanitario e per acquisto di alimenti. E’ funzione del numero di bambini accolti nell’asilo nido.

MANUNTENZIONE
All’interno dei costi di manutenzione ordinaria si includono: rinnovamento e riparazione annua
della struttura; riparazione e/o sostituzione materiale didattico danneggiato; aggiornamento, riparazione e/o sostituzione materiale da lavoro (pc, fax, ecc.), aggiornamenti tecnici; varie ed eventuali.
Tali costi di manutenzione annui, in un’ipotesi di tipo fortemente prudenziale, si aggirano intorno
all’ 1% dell’esborso iniziale per la ristrutturazione dei locali.
Ogni cinque anni è necessario procedere a una ristrutturazione di entità maggiore di quella svolta annualmente. Tale manutenzione straordinaria ha un costo, sempre in un’ipotesi fortemente prudenziale, che si aggira intorno al 5% del costo di ristrutturazione iniziale; per comodità contabile tali costi sono considerati di competenza annuale, per un quinto.

PER QUALI FASCE D’ETÀ È OPPORTUNO APRIRE IL NIDO?

L’individuazione delle fasce d’età dei bambini da accogliere si rivela un dato particolarmente importante per le conseguenze che esso ha sulle caratteristiche della struttura necessaria (metratura, numero delle educatrici, …) nonché sull’entità dei costi di investimento e di gestione
Segmentazione dei bambini in base alla fascia d’età di appartenenza.
Per ciò che attiene alla legislazione sugli asili nido, i bambini tra i 3 mesi e i 3 anni di età sono suddivisi in tre segmenti:

- piccoli: bambini di età compresa tra 3 e 12 mesi
- medi : bambini di età compresa tra 12 e 24 mesi
- grandi: bambini di età compresa tra 24 e 36 mesi.

CONSEGUENZE SUI COSTI
Ogni bambino, in base al segmento di cui fa parte, ha diverse necessità ed esigenze, che si riflettono specificatamente su:
1. la suddivisione del locale adibito ad asilo nido: ogni segmento ha diverse esigenze per ciò che
attiene alla metratura quadrata dei locali da destinare loro;
2. il cibo: per ogni segmento serve un’alimentazione diversa;
3. l’allestimento degli spazi e gli arredi: per i piccoli vanno garantite ulteriori condizioni di massima sicurezza; i bagni dei grandi sono assolutamente dissimili da quelli dei piccoli; i grandi utilizzano giochi diversi e hanno necessità igienico-sanitarie diverse dai piccoli;
4. il rapporto educatore/trice-bambino: si calcola che per i grandi sia necessario 1 educatore/trice ogni 8 bambini, per i piccoli 1 ogni 5.
NORME GIURIDICHE PER L'APERTURA DI UN ASILO NIDO AZIENDALE


La normativa prevede svariate norme agevolative, le più significative relative alla creazione di asili nido aziendali sono contenute:
- nella Legge 18 ottobre 2001 n. 383 (c.d. Tremonti bis);
- nella Legge 28 dicembre 2001 n. 448 (Finanziaria 2002);
- nella Legge 27 dicembre 2002 n. 289 (Finanziaria 2003);

Legge 18 ottobre 2001 n.383 (c.d. Tremonti bis)
L’art.4 della Tremonti bis stabilisce che l’agevolazione, in generale, consiste nella esclusione dal
reddito d’impresa o di lavoro autonomo del 50% della differenza tra l’ammontare complessivo
degli investimenti in beni strumentali effettuati nel periodo d’imposta in corso alla data di entrata in vigore della legge, successivamente al 30 giugno 2001, e la media aritmetica degli investimenti effettuati nei cinque periodi d’imposta precedenti, escludendo dal calcolo della media il più alto dei cinque valori.
In particolare: il secondo comma dello stesso art.4 prevede che l’incentivo sia
applicato anche alle spese sostenute dall’imprenditore per servizi, utilizzabili dal personale
dipendente, di assistenza negli asili nido ai bambini di età inferiore ai tre anni e alle spese di
formazione e aggiornamento del personale. Se si tiene conto del tenore letterale della norma è
possibile concludere che l’agevolazione, diversamente da quanto previsto per gli investimenti in
beni strumentali, riguarda l’intero ammontare delle spese sostenute, senza il confronto con la
media degli anni precedenti.
Le spese in questione, ovviamente, devono essere considerate al netto di eventuali contributi e
sono sia quelle relative a servizi acquisiti dall’esterno, sia quelle sostenute per l’organizzazione
diretta del servizio.
Non rilevano, invece, ai fini della fruizione dei benefici fiscali di cui si tratta, le quote di ammortamento dei beni strumentali utilizzati per il progetto di formazione o per i servizi di assistenza ai bambini, tenuto conto che i relativi investimenti sono distintamente agevolabili ai sensi dell’art. 4 comma 1 della legge.
I soggetti interessati devono poter dimostrare, anche a posteriori, che le spese per le quali viene
chiesta l’agevolazione siano state effettivamente sostenute e che in relazione ad esse non si sia
beneficiato di contributi. A tal fine la norma prevede che le spese ammesse al beneficio della
detassazione debbano essere attestate dal presidente del collegio sindacale o, in mancanza, da
un revisore dei conti o da un professionista iscritto all’albo dei revisori dei conti, dei dottori
commercialisti, dei ragionieri e periti commerciali o in quello dei consulenti del lavoro o anche da
un direttore tecnico di un centro autorizzato di assistenza fiscale.
Bisogna sottolineare che le agevolazioni della Tremonti bis possono essere applicate agli
investimenti realizzati nel periodo d’imposta in corso alla data di entrata in vigore della legge
(2001) e nell’intero periodo d’imposta successivo.

Legge 28 dicembre 2001 n. 448 (Finanziaria 2002)
L’art. 70 istituisce un Fondo per gli asili nido nell’ambito dello stato di previsione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Entro il 30 settembre di ogni anno il Ministro del Lavoro, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, provvede con decreto a ripartire tra le Regioni le risorse del Fondo. Le Regioni, a loro volta, provvedono a ripartire le risorse finanziarie tra i Comuni che ne fanno richiesta per la costruzione e la gestione degli asili nido nonché di micro-nidi nei luoghi di lavoro.

Legge 27 Dicembre 2002 n. 289 (Finanziaria 2003), art. 91 (Asili nido nei luoghi di lavoro)
Al fine di assicurare un'adeguata assistenza familiare alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti con prole, è istituito dall'anno 2003 il Fondo di rotazione per il finanziamento dei datori di lavoro che realizzano, nei luoghi di lavoro, servizi di asilo nido e micro-nidi, di cui all'articolo 70 della legge 28 dicembre 2001, n. 448.
Ai fini dell'ammissione al finanziamento, i datori di lavoro presentano apposita domanda al
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali contenente le seguenti indicazioni:
a) stima dei tempi di realizzazione delle opere ammesse al finanziamento;
b) entità del finanziamento richiesto, in valore assoluto e in percentuale del costo di
progettazione dell'opera;
c) stima del costo di esecuzione dell'opera.
Il prospetto contenente le informazioni di cui sopra e le relative modalità di trasmissione sono
definiti con decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali da emanare entro il 31 marzo
2003. In caso di ingiustificati ritardi o gravi irregolarità nell'impiego del contributo, il finanziamento è revocato con decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.
I criteri per la concessione dei finanziamenti sono determinati con decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze e con il Ministro per le Pari Opportunità, entro il 31 marzo 2003, tenendo conto in ogni caso dei seguenti principi:
a) il tasso di interesse da applicare alle somme rimborsate è determinato in misura non
inferiore allo 0,50 per cento annuo;
b) i finanziamenti devono essere rimborsati al cinquanta per cento mediante un piano di
ammortamento di durata non superiore a sette anni, articolato in rate semestrali posticipate
corrisposte a decorrere dal terzo anno successivo a quello di effettiva erogazione delle risorse;
c) equa distribuzione territoriale dei finanziamenti.
Per l'anno 2003, nell'ambito delle risorse stanziate sul Fondo nazionale per le politiche sociali a
sostegno delle politiche in favore delle famiglie di cui all'articolo 46, comma 2, e nel limite
massimo di 10 milioni di euro, sono preordinate le risorse da destinare per la costituzione del
Fondo di rotazione. Per gli anni successivi, con decreto del Ministro del Lavoro
e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, è determinata
la quota da attribuire al predetto Fondo di rotazione nell'ambito del menzionato Fondo nazionale
per le politiche sociali.